Il Sudafrica scarica il Dalai Lama

L'invito era di quelli che non si potevano in nessun modo rifiutare. A firmarlo il vice presidente cinese Xi Jingping, da molti considerato il futuro leader del Dragone. A riceverlo il vice presidente sudafricano Kgalema Motlanthe: visita di tre giorni in Cina - il viaggio si è concluso venerdì scorso - per rinsaldare i legami economici tra i due Paesi. Uno dei risultati della tre giorni diplomatica? Presto detto: il Dalai Lama non andrà in Sudafrica: avrebbe dovuto partecipare ai festeggiamenti per gli 80 anni dell'arcivescovo e Nobel per la Pace Desmond Tutu. Niente visto per il leader spirituale tibetano la cui attività "diplomatica" - e la lotta in favore dei diritti dei tibetani - è da sempre osteggiata dal gigante cinese e accompagnata da puntuali reazioni "furiose". Per Tutu uno sgarbo «incredibile»: «Il nostro governo è peggiore del governo dell'apartheid», ha attaccato.
Non è la prima volta che accade: lo stesso copione
si è ripetuto nel 2009. Le autorità di Pretoria si sono giustificando parlando di ritardi burocratici. «Il Sudafrica non vuole turbare l'amico cinese», spiegano invece dal South African Institute of International Affairs. Ed è facile capire il perché. Nel 2009 la Cina è diventata il principale partner commerciale del Sudafrica, scippando il primato agli Usa. Il commercio bilaterale ha raggiunto 16 miliardi di dollari, in crescita del 56% rispetto all'anno precedente. Pechino è poi uno dei principali investitori nel Paese africano che esporta minerali verso la Cina per un valore di 5,5 miliardi dollari l'anno.
Ma non basta. Pechino sta sponsorizzando a livello internazionale il Paese africano. Nel dicembre del 2010 Pretoria è entrata nei Brics, l'organismo che raccoglie le economie emergenti (Brasile, Russia, India, Cina). Una vera e propria "magia" quella di Pechino. Ha consentito al Dragone di risaldare i rapporti con Pretoria e portare l'Africa - gli scambi con il Continente nero sono schizzati a quota 114,8 miliardi di dollari - dentro la formazione. E questo nonostante il peso del Sudafrica sia notevolmente inferiore rispetto alle altre economie. Il Prodotto interno lordo 2010 è stimato in 286 miliardi di dollari, rispetto ai 2mila miliardi circa di India e Brasile, ai 5.500 miliardi della Cina e agli "appena" 1.600 miliardi della Russia. La crescita nell'anno è stata intorno al 3%, contro il 4% della Russia, il 7,5% del Brasile, il 9,7% dell'India e il 10,5% della Cina. Poco prima dell'adesione formale del Sudafrica, il presidente Zuma ha portato la delegazione più grande di sempre - 13 ministri e più di 350 dirigenti d'azienda e imprenditori - a Pechino. I rapporti con la Cina sono stati elevati da una "partnership strategica" a un "partenariato strategico globale". Due mesi dopo, il vice presidente cinese Xi Jinping ha ricambiato la visita volando in Sudafrica.

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