Cina, l'Impero delle dighe

Lo stop del governo "amico" del Myanmar (l’ex Birmania) alla costruzione della diga di Myitsone sul fiume Irrawaddy ­- un'opera faraonica da 3,6 miliardi di dollari (e 6mila mega watt di potenza) affidata alla China Power Investment Corp - non frena la "bulimia" da dighe di cui è afflitta la Cina.  Secondo la Ong International Rivers banche e imprese cinesi sono coinvolte nella costruzione di 251 infrastrutture in 68 Paesi diversi, Africa e Sud-Est asiatico in testa. Progetti che includono la diga Kamchay in Cambogia e la diga Tasang, ancora nel Myanmar (per non parlare dei progetti sul Mekong). Oggi ci sono in Cina più di 25.800 grandi dighe, tra cui il più grande progetto idroelettrico del mondo, la famigerata Diga delle Tre Gole. La costruzione di questi impianti ha costretto più di 23 milioni di persone ad abbandonare case e terre. Circa il 30% dei fiumi cinesi è inquinato. Ma la Cina vuole accelerare, puntando a raddoppiando la sua capacità idroelettrica a 380mila mega watt entro il 2020. Una fame di energia che ha immediate ricadute geopolitiche. Il governo cinese sta costruendo o progettando di costruire ben 12 grandi dighe sul fiume Jinsha, le cui sorgenti sono sugli altopiani del Tibet.               

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