Alabama, legge anti latinos

di Lucia Capuzzi

Il responsabile del dipartimento scolastico di Montgomery, in Alabama, li ha chiamati uno dopo l'altro. E a tutti i 400 genitori ha ripetuto la stessa frase: «Non abbiate paura, continuate a mandarli a scuola». I risultati, però, non sono incoraggianti: centinaia di piccoli immigrati di origine ispanica disertano le lezioni da una settimana. Ovvero da quando il giudice Sharon Lovelace Blackburn ha parzialmente sbloccato la nuova legge migratoria statale, conosciuta come "HB56", consentendo l'entrata in vigore di alcuni aspetti controversi. Come la possibilità per la polizia di chiedere il permesso di soggiorno a qualunque straniero "sospettato" di essere irregolare. O, soprattutto, l'obbligo delle scuole di verificare lo status migratorio degli alunni nati all'estero. Immediatamente si è diffuso il panico tra i "latinos".

Venerdì scorso, dopo l'entrata in vigore della norma, 1.988 piccoli ispanici hanno disertato le lezioni. William Lawrence ha raccontato che su 223 bambini immigrati 24 hanno già lasciato l'istituto e 36 hanno detto che lo faranno a breve. Lo stesso hanno fatto 200 allievi di Montgomery e 35 di Albertville. Nell'intero Stato le classi si sono svuotate. In Alabama, i figli di immigrati sono 79mila. La maggior parte

- l'88 per cento - sono nati negli Stati Uniti, dunque sono cittadini americani. Gli istituti possono, però, indagare sulla condizione migratoria dei genitori. «Utilizzano i nostri ragazzi per arrivare a noi», piange una migrante che ha chiesto di restare anonima. La ragione del provvedimento, il più duro degli Usa - hanno spiegato le autorità - è quello di verificare quanto spende lo Stato per l'istruzione degli irregolari. Il giro di vite rischia, però, di compromettere l'educazione dei ragazzi. Attivisti per i diritti umani e associazioni religiose hanno espresso dure critiche. E hanno annunciato battaglia contro il provvedimento. Nel frattempo, però, i piccoli "latinos" restano a casa. (Avvenire)