Cina e Africa, la bomba demografica
Una cosa è certa. I due giganti - il continente africano e il Dragone – sono sempre più allacciati. Basta dare un’occhiata ai dati. Il commercio tra Cina e Africa ammontava a un miliardo di dollari nel 1990. Dieci anni dopo è balzato a quota 10 miliardi di dollari nel 2000. Venti anni dopo è cresciuto di 15 volte, attestandosi a150 miliardi di dollari. Pechino ha scalzati gli Stati Uniti nel 2010 come primo partner commerciale dell'Africa. Mentre il commercio cinese (esportazioni e importazioni) con il mondo è aumentato di otto volte nel decennio 2000-2010, nello stesso arco di tempo si è moltiplicato per 11 con l'Africa (15 volte 2.000-2.011). Tutti gli indicatori economici fotografano un rapporto sempre più solido. Gli investimenti cinesi in Africa sono quadruplicati, tra il 2005 e il 2009, raggiungendo quota 9,3 miliardi. Nel 2000, le esportazioni cinesi in Africa consistevano per lo più di prodotti tessili e di abbigliamento (28 per cento), macchinari e mezzi di trasporto (27 per cento). Già nel 2009 il volto delle esportazione era cambiato. Radicalmente. Macchinari, auto, cellulari, prodotti elettronici hanno progressivamente invaso le “piazze” del continente – (quasi il 60 per cento delle esportazioni cinesi in Africa). E il flusso inverso? Colonizzato totalmente dalle materie prime. La Cina ha bisogno di saziare la sua – onnivora, travolgente – fame di materie prime, senza le quali si spegnerebbe la sua produzione (e la sua forza). Un terzo delle importazioni cinesi di petrolio proviene dal continente nero.
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