Isaia Sales: Napoli? Non è Berlino


Rottamato. Peggio, finito nella munnezza. Chi parla ancora di Antonio Bassolino, o' sindaco, l'uomo che per una lunga, lunghissima, stagione politica fu prima incoronato salvatore di Napoli (e del Sud), poi tenuto in ostaggio dei giochi di potere tutti interni al Pd, catapultato (incastrato?) sulla scena politica nazionale in veste di ministro, rispedito (ghettizzato?) in Campania, infine consegnato alla polvere? Nessuno, o quasi. Nessuno, a distanza di anni, ha mai pensato di fare autocritica: quello che fu un fallimento collettivo - della sinistra italiana e di chi ancora oggi la governa - fu scaricato sulle spalle di un uomo solo. Ad Isaia Sales il merito con Napoli non è Berlino (Dalai editore) di aver ricentrato la storia di quegli anni sulla figura del dirigente comunista che ha incarnato una stagione di aspettative e speranze (deluse).

Indagine lucida, appassionata, sofferta quella di Sales. Una stagione di cui la munnezza è diventato il simbolo e che da quel simbolo è stata cannibalizzata. Bassolino ha perso. Lo dice la storia, non lo nega Sales. Bassolino ha sbagliato, e non poco. Ma ha perso pagando una serie di errori non solo suoi, a cominciare da quelli imputabili alla cecità - sostiene Sales - di certo ambientalismo, finalmente approdato, in quegli anni, al governo. Ha perso non solo perchè non aiutato, ma perché osteggiato (e osteggiato perché temuto) da chi doveva pure sostenerlo (leggi Roma, leggi D'Alema, uno dei tanti killer della stagione dei sindaci che tante speranze aveva acceso). Sales non tralascia nessuno dei nodi irrisolti che ancora strangolano la coscienza del Paese: fu vero rinascimento? come fu possibile una caduta agli inferi così subitanea? La vicenda di Bassolino non può essere sciolta dallo sfondo nel quale si inserisce: la progressiva marginalizzazione del sud, la cancellazione (totale, scientifica) delle politiche di rilancio. Sales ha il coraggio di dire una verità in fondo banale ma che è stata offuscata da vent'anni di dominio leghista (e non solo). L'Italia tornerà a crescere solo se crescerà anche il Sud. L'Italia, senza la benzina del sud, non può farcela. Ma per farlo bisogna smontare il discorso pubblico che ha intossicato, sequestrato, degradato, imbarbarito la vita politica italiana. Quello schematismo che fa del Nord il traino del Paese e del Sud il suo fardello. "Il pregiudizio antimeridionale della politica - scrive Sales - è stato ed è un gravissimo danno per l'economia italiana".

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