Il "ruggito" del Vietnam

Ruggisce ormai da anni. E con ritmi da prima della classe, seconda solo alla Cina. Tanto da conquistarsi il titolo di nuova "tigre" asiatica. L'ascesa del Vietnam ha trascinato con sé anche un sorprendente riposizionamento in termini geopolitici. Hanoi oggi vanta un'alleanza sempre più salda con gli Usa e nutre una diffidenza sempre più agguerrita verso la Cina, una diffidenza attizzata dalla rivalità sugli arcipelaghi delle isole Spratly e Paracel, nel Mar cinese meridionale. È un rapporto del McKinsey Global Institute ("Sustaining Vietnam's Growth: The Productivity Challenge") a catturare il volto del nuovo Vietnam.
Il cambio di marcia cade a metà degli anni Ottanta, quando il Partito comunista introduce un pacchetto di riforme conosciute come "Doi Moi": barriere commerciali assottigliate e apertura ai capitali stranieri. L'economia mette le ali: la crescita del Pil è del 5,3%, più di qualsiasi altra economia asiatica ad eccezione della Cina. La crisi finanziaria asiatica del 1990 prima e il recente collasso dell'economica globale poi sembrano non impressionare Hanoi: il Paese è cresciuto del 7 per cento all'anno dal 2005 al 2010.
Come si legge su Foreing policy, il boom è stato innescato da forti trasformazione della struttura produttiva del Paese. L'economia si è sganciata dell'agricoltura, il cui contributo al Pil è sceso dal 40 al 20per nel giro di 15 anni, un passaggio molto più rapido di quanto sia avvenuto in altre economie asiatiche. Una trasformazione analoga ha "impiegato" 29 anni in Cina e 41 anni in India. L'aumento dei costi del lavoro in Cina ha poi spinto molte multinazionali a spostare la produzione nel Vietnam, che ha una abbondanza di bassi salari. L'altra freccia all'arco del Paese? La sua popolazione giovane, colta, e sempre più on-line. Gli abbonamenti di telefonia mobile sono cresciuti quasi del 70per cento all'anno tra il 2000 e il 2010, rispetto a meno del 10per cento l'anno negli Stati Uniti nello stesso decennio. Entro la fine del 2010, il Vietnam ha avuto 170 milioni di abbonamenti telefonici. Gli abbonamenti alla banda larga sono aumentati da 0,5 milioni nel 2006 a circa 3,8 milioni nel 2010. Il boom è stato seguito dall'occhio benevolo degli Usa. Cosa unisce Washington e Hanoi? La convergenza di interessi anti cinesi. Hanoi contende a Pechino il possesso delle Spratly, 400 isole e atolli disabitati, ma al centro di uno dei più trafficati corridoi marittimi e potenzialmente ricche di petrolio e gas. Il controllo dell'arcipelago è rivendicato non solo da Cina e Vietnam ma anche da Filippine, Taiwan, Malaysia, Indonesia e Brunei. Il Vietnam e la Cina si sono più volte scontrate per il possesso delle isole, nonché sull'arcipelago delle Paracel, sotto il controllo cinese dopo un blitz militare nel 1974. Nel 1988, una serie di battaglie marittime tra i due Paesi al largo delle Spratly causarono 70 morti tra i marinai vietnamiti. La cooperazione militare tra Stati Uniti e Vietnam mira proprio a prevenire l'espansionismo di Pechino nel Mar cinese meridionale. Resta però un'ombra pesante: la questione dei diritti umani. Come accusa AsiaSentinel, il regime comunista si è limitato a una cosmesi superficiale: «Il Partito ha trattenuto tutto il potere». Trentasette anni dopo la caduta di Saigon, il Vietnam deve fare ancora i conti con la sua storia.
                                                            

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