Armi, l'Asia agguanta l'Europa

L'Europa taglia, l'Asia spende. E spende sempre di più. Risultato: quest'anno, per la prima volta, l'Oriente eguaglierà il Vecchio Continente per le spese militari. Un pareggio - come evidenzia il rapporto Military Balance 2012 stilato dal centro studi britannico International Institute for Strategic Studies - che cattura la redistribuzione globale del potere militare in atto. Una curva strettamente legata alle dinamiche economiche: "estenuate" in Europa, "propulsive" in Asia.
Tra il 2008 e il 2010, ci sono state riduzioni di spesa per la difesa in almeno 16 Stati membri europei della Nato. In una significativa percentuale di questi, come segnala il rapporto, i tagli in termini reali hanno superato il 10%. Mentre l'Occidente usa le forbici, l'Asia si militarizza sempre più. Nel 2011 le spese asiatiche per la difesa sono aumentate complessivamente del 3,15%. Cina, Giappone, India, Corea del Sud e Australia rappresentano oltre l'80% del totale. «Australia, Indonesia, Malaysia, Singapore, Thailandia e Vietnam - si legge nel rapporto - hanno investito tutti nel miglioramento delle capacità aeree e navali. Lo stesso hanno fatto India, Giappone e Sud Corea». Il primato nella spesa spetta alla Cina, peraltro seconda nel mondo solo agli Usa. Oltre il 30% della spesa dell'intera Asia esce dalle casse di Pechino. Le spese ufficiali del Dragone sono più che raddoppiate nel giro di un decennio (2001- 2011). E la corsa non accenna a fermarsi. Nel 2012. Pechino spenderà 670 miliardi di yuan (circa 80,4 miliardi di euro). L'incremento rispetto all'anno precedente sarà dell'11,2%.

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