La Cina seduce l'Europa

Prima l’Inghilterra. Poi la Germania. La visita del premier cinese Wen Jiabao in Europa segue un copione ormai consolidato. Accordi economici - 15 miliardi di dollari solo con Berlino. Aiuti – la promessa di comprare titoli del debito pubblico. Wen Jiabao mostra il lato seducente di un nuovo potere, quello del Dragone, che sta terremotando gli equilibri economici (e non solo) mondiali. E lo fa usando parole audaci per la monocorde retorica nazionale: "La Cina di domani - ha detto - sarà un paese che realizzerà pienamente la democrazia, lo stato di diritto, l'equità, la giustizia". Pechino sa quali tasti toccare. Una Cina forte, stabile, potente conviene al mondo intero: ecco il messaggio confezionato per gli europei.
Come scrive il China Daily dal suo ingresso nell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001, la Cina ha importato quasi 750 miliardi di dollari di merci ogni anno, un flusso gigantesco che ha contribuito a creare oltre 14 milioni di posti di lavoro nei paesi che “dialogano” con il Dragone. E si annunciano nuove accelerazioni. Le importazione dovrebbe superare gli 8.000 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Basterà a convincere i partner europei? Nelle cancellerie del  vecchio continente circola un interrogativo inquietante: l’Europa sarà cannibalizzata o rivitalizzata dalle iniezioni di yuan? Le riserve in valuta estera detenute dal Dragone hanno raggiunto la cifra stratosferica di 2850 miliardi di dollari, un “bottino” destinato a crescere di sei volte entro il 2020, secondo la stima della Banca Mondiale. I piani delle imprese cinesi, che agiscono con la benedizione di Pechino,  sono ambiziosi. Come ha scritto il Wall Street Journal esse mirano a “ridisegnare il commercio globale e i flussi di investimenti nei prossimi anni”. Risultato? Gli analisti prevedono un aumento di acquisizioni all'estero da parte delle imprese cinesi nel prossimo decennio. Un piano quinquennale di Pechino, approvato nel mese di marzo, invita a istituire "reti internazionali di vendita e marchi." I numeri catturano l’escalation. Gli investimenti delle imprese cinesi in aziende europee ammontavano a 853 milioni dollari nel 2005. Nel 2010 sono balzate a quota 43,9 miliardi di dollari, secondo la società di consulenza londinese Dealogi. Circa 118 imprese europee sono finite nelle mani di imprenditori stranieri. Il Wall Street Journal cita l’ultimo caso della lunga lista di acquisizioni. La Lenovo – già nota per essersi “mangiata” l’Imb, storico marchio a stelle e strisce -  ha deciso di acquistare il 37% di Medion AG, azienda tedesca di computer.

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