Morto Benladen chi comanderà?
Chi comanderà ora? La morte di Osama Benladen apre una serie di incognite sulla leadership, sulla struttura e sulla capacità "operativa" della rete del terrore. La sua scomparsa può portare all'implosione di al-Qaeda o quanto meno alla sua frantumazione, come sostiene l'esperto americano di terrorismo Paul Cruickshank? O, al contrario, la struttura "acefala" che molti analisti attribuiscono ad al-Qaeda - con lo sceicco del terrore che si era ritagliato il ruolo di ideologo - è in grado di assorbire senza troppi scossoni la morte del capo, grazie a cellule dotate di una forte autonomia? Molto dipenderà da chi assumerà ora la guida. Per il generale a riposo Hamid Gul, ex numero dell'Isi, il potentissimo (e chiacchierato) servizio segreto pachistano non ci sono dubbi: sarà l'attuale numero due di al-Qaeda, il medico egiziano Ayman al-Zawahiri a prendere in mano le redini dell'organizzazione.
Cosa cambierà? Secondo Asia Times, in realtà il piccolo e selezionato gruppo di dirigenti di al-Qaeda che dovrà continuare la guerra del terrore sarebbe stato designato prima della morte. Dallo stesso Benladen. I criteri organizzativi che ne hanno scandito l'esistenza sono da sempre, secondo gli analisti, pensati da Zawahiri. «Pertanto i meccanismi operativi resteranno identici al passato». Una cosa invece cambierà. La morte di Benladen «segnerà l'inizio di uno spostamento del teatro principale di guerra dall'Afghanistan al Pakistan». L'istituzione militare pachistana - scrive ancora AsiaTimes - sarà il bersaglio della prossima (devastante) guerra di al-Qaeda. Secondo Michael Hayden, ex direttore della Cia, interpellato dall'agenzia Bloomberg, Zawahiri «manca all'interno di al-Qaeda dell'ampio sostegno e del carisma sui cui poteva contare Benladen. Un egiziano come Zawahiri potrebbe avere problemi a unificare un gruppo all'interno del quale si è prodotta una spaccatura tra i soci del gruppo egiziano e gli altri membri». Anche secondo Arshi Saleem Hashmi, senior researcher dell'Institute of Regional Studies di Islamabad, ascoltato dall'Adnkronos International il medico egiziano «continuerà a guidare» la rete del terrore che non sceglierà «subito un nuovo leader». Nella galassia di al-Qaeda «esistono ormai diversi gruppi indipendenti, anche a livello finanziario, che non hanno bisogno di leader come Benladen». «Se al-Qaeda è stata indebolita dalla morte del suo leader, è presumibile che cercherà di dimostrare che è ancora capace di colpire», avverte Dan Byman, direttore del Centro per la Pace e di studi sulla sicurezza presso la Georgetown University di Washington. Uno dei successi di Benladen «è stato creare un'organizzazione in grado di soppravivergli».
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