Ricerca, come cambierà il mondo

Uno studio dell’Accademia nazionale della scienza inglese, la Royal Society “cattura” il terremoto che sta investendo la geografia della ricerca scientifica mondiale. Entro il 2013 la Cina supererà gli Usa per produzione scientifica. Non solo: le economie emergenti (vedi India e Brasile ma anche una “insospettabile” Turchia che vanta performance simili al Dragone) stanno facendo passi da giganti, mentre quelle mature (Giappone e Europa) sono avviluppate in un progressivo declino. Gli Stati Uniti sono ancora leader mondiali con una spesa in ricerca (pubblica e privata) che si aggira sui 400miliardi di dollari all’anno. Ma il primato a stelle e strisce ha gli anni contati. Tra il 1996 e il 2008 gli Usa hanno visto calare la loro percentuale di studi scientifici pubblicati di un quinto, il Giappone del 22 per cento, la Russia del 24. Bastano pochi dati. L’India ha superato la Russia, scalando la classifica dei Paesi più “virtuosi” in ricerca e sviluppo, occupando la decima posizione. La Cina ha incrementato la spesa in ricerca del 20% all’anno (100 miliardi all’anno, pari a 1,44 del Pil). L’India sforna 2.5 milioni di laureati all’anno in ingegneria e materie scientifiche, il Brasile punta a spendere il 2.5% del Pil entro il 2022, Singapore ha raddoppiato la propria spesa nel giro di nove anni. La corsa è per chi avrà in mano le chiavi del futuro.

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