La superpotenza Cina/ 3

Superpotenza sì, ma non potenza egemonica. Fine dell'egemonia Usa sì, ma non instaurazione di "una pace cinese". Ne è certo Kim Jin Hyun dell'Università di Seul. In un contributo scritto per il Center for strategic and international studies, lo studioso coreano taglia corto sulle velleità egemoniche del Dragone. Quello che azzopperà la corsa cinese è un limite strutturale riassumbile in tre parole: energia, cibo e acqua. Pechino non può contare su risorse sufficienti per ritagliarsi il ruolo di solitario battipista. La condanna arriverebbe dalla sua stessa - vertiginosa - ascesa. "Nel 2009 la Cina è diventata il primo consumatore al mondo di energia, la prima per importazione di carbone e per numero di automobili vendute (superando gli Usa). Dal 1999 il Dragone è il più grande importatore di soia, il più grande responsabile di emissioni di anidride carbonica dal 2007". Se continua così "la Cina sarà costretta a importare da altri pianeti". La conclusione di Kim Jin Hyun è netta: la Cina dovrebbe puntare non tanto all'egemonia, ma piuttosto ad assicurarsi le risorse per la sopravvivenza, a prevenire il deteriorarsi dell'ambiente, a creare un paradigma per una pace sostenibile piuttosto che inseguire fantasie da gigante economico e militare.

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