Disoccupazione: se salta tutto
Chiamatela gerontocrazia. Chiamatela ripresa senza lavoro. Chiamatela come volete, ma una cosa è certa: la disoccupazione giovanile rischia di diventare esplosiva. A livello mondiale. La denuncia viene dall’International Labour Organisation. Nel 2010 i disoccupati nel mondo erano 205 milioni. Più di 1,5 miliardi di persone - la metà della popolazione lavorativa del pianeta – occupa peraltro posti precari o insicuri. Se lo scorso anno c'è stata una lieve riduzione dei senza lavoro - da 79.6 a 77.7 milioni - il tasso disoccupazione giovanile si è attestato al 12,6%. In Spagna ha raggiunto la spaventosa soglia del 40%, mentre le probabilità che un giovane nel sud-est asiatico resti disoccupato sono 4,7 volte superiori rispetto al passato. Una delle cause della rivoluzione in Tunisia è stata la disoccupazione giovanile. Come scrive il Guardian alcuni Paesi annusano la minaccia alla stabilità politica portata da questa disoccupazione forzata. La classe dirigente cinese teme l'impatto della disoccupazione su larga scala tra i giovani lavoratori attratti in città dalla rapida industrializzazione, e ha perseguito una politica aggressivamente espansiva per assicurare che il mercato del lavoro resti vivace. E l'Occidente? La miccia è accesa.
E speriamo che esploda! Perché invece di evolverci, andiamo indietro, accettiamo la presa in giro della "flessibilità" che si traduce in lavoro gratis o sottopagato, accettiamo qualunque compromesso perché siamo facilmente ricattabili... e infine, parlo per me, nemmeno più tanto giovani. Mi chiedo dove dobbiamo arrivare prima che i precari si organizzino a fare qualcosa che non sia dire sempre e solo "sì, padrone"...
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